Formazione per carriera diplomatica: come prepararsi al meglio

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Formazione per carriera diplomatica

Formazione per carriera diplomatica: come prepararsi al meglio

Intraprendere una carriera diplomatica in Italia significa inquadrarsi all’interno di quello che è il percorso professionale per lavorare all’interno del Ministero degli Affari Esteri. Per poter accedere a questo tipo di carriera è necessario sostenere un concorso pubblico: in linea generale, viene bandito con frequenza annuale, ma occasionalmente possono esserci eccezioni. I requisiti richiesti sono piuttosto stringenti e non sono ammesse deroghe.

In primo luogo si richiede una laurea magistrale in Economia, Scienze Politiche o Giurisprudenza. L’età massima di coloro che partecipano al concorso è di 35 anni. Sono richieste, infine, l’idoneità psicologica e fisica e il godimento dei diritti politici. Per quanto riguarda il concorso vero e proprio, vengono somministrati un test a risposta multipla, ben cinque prove scritte e infine un colloquio orale. L’ultimo step riguarda un argomento specifico: tra le tematiche più gettonate, si trovano la storia delle relazioni internazionali, il diritto internazionale e europeo e infine la politica economica. Infine, è richiesta la conoscenza di almeno due lingue straniere: l’inglese è fondamentale, a cui segue una tra francese, tedesco e spagnolo.

Raggiungere il vertice della carriera diplomatica significa assumere il ruolo di ambasciatore. Prima di questo grado, tuttavia, si ritrovano 5 diversi step: segretario di Legazione, Consigliere di Legazione, Consigliere d’ambasciata, Ministro plenipotenziario e infine Ambasciatore. Il concorso pubblico menzionato permette di accedere al primo di questi gradi, con la possibilità di attraversare poi i diversi ruoli, senza dover sostenere altre prove: solitamente è l’esperienza a far sì che una persona proceda allo step successivo, va però ricordato che non si tratta di passaggi obbligatori. Ad esempio, una persona può rimanere Consigliere di Legazione per tutta la sua vita professionale. È bene però fare una specifica: una volta superato con profitto il concorso, è necessario compiere 9 mesi di servizio e un successivo periodo di formazione all’interno degli uffici italiani e in una delle sedi estere.

Una volta chiarito come sia possibile intraprendere la carriera diplomatica, può essere utile fare un riepilogo di quelli che sono i percorsi di studi consigliati per far sì che si abbia una preparazione ottimale. Il percorso universitario è considerato un requisito sine qua non, a prescindere che si tratti di atenei tradizionali o università telematiche (completamente o parzialmente) come Unicusano. La laurea in relazioni internazionali è certamente il primo suggerimento utile per una carriera di questo tipo, ma non è l’unica: Giurisprudenza ed Economia vengono ugualmente considerate. Un requisito fondamentale riguarda la fluidità nelle lingue straniere. È evidente come ormai l’inglese sia considerato imprescindibile, nonostante i livelli in Italia non siano ottimali: risulta però fondamentale perché ogni diplomatico ha a che fare con paesi stranieri trova questa lingua come prevalente a livello istituzionale. È però richiesta almeno un’aggiunta tra francese, spagnolo e tedesco. È evidente che una conoscenza di una terza o addirittura quarta lingua non può che essere considerata un plus degno di nota, in particolare se riferito ad idiomi diffusi in diverse parti del mondo ma ancora poco masticata da parte delle istituzioni internazionali, come l’arabo o il cinese.

Tra i consigli che valgono per coloro che desiderano avviarsi verso una carriera del genere, vi è quella di compiere almeno un’esperienza al di fuori dei confini italiani. Il programma Erasmus rappresenta una valida opportunità di studio all’estero, così da avvicinarsi anche a metodi di insegnamento differenti dai propri e, soprattutto, avere un’immersione totale nella lingua straniera che si vuole andare a potenziare. Questo programma non rappresenta però l’unica alternativa: le istituzioni europee, ad esempio, presentano ciclicamente bandi per brevi tirocini e stage, spesso concentrati a Bruxelles, dove si può toccare con mano il lavoro all’interno di una istituzione come quella europea. Proposte del genere si ritrovano anche presso le Nazioni Unite o in altri grandi organismi internazionali, a seconda di quello che è il proprio ramo di interesse.